Il progetto vincitore per il Padiglione ideato dallo Studio Anne Holtrop, in collaborazione con l'architetto paesaggista Anouk Vogel, è stato selezionato tra altre quattro proposte presentate al concorso.
Il Padiglione è concepito come una successione di frutteti recintati, intersecati da spazi espositivi coperti, e una caffetteria. Le forme sono liberamente ispirate alle forme suggerite dalle vestigie archeologiche del tempio di Barbar in Bahrain, il tempio di Enki, il dio dell'acqua dolce, la quale desse vita alla vegetazione rigogliosa e l’agricoltura che caratterizza il Bahrein in una regione altrimenti arida. Da tale concezione ne deriva un disegno geometrico ed astratto fatto di linee curve e rette, che fa vivere entro i confini delle mura una esperienza spaziale di una ricchezza inaudita.
L'architettura e il paesaggio sono concepiti come un'unica entità interconnessa che forma il tutto, evocando i paesaggi tipici suburbani del Bahrain. Realizzata in 350 diversi pezzi di cemento bianco prefabbricato che riprende la geometria del disegno, il padiglione è stato progettato dall’inizio per essere smontato e dislocato nel Bahrain. Gli elementi di calcestruzzo sono assemblati tra loro mediante giunture a secco, accatastati uno sopra l'altro, e rifiniti con raccordi in ottone. Al termine dell'Expo, gli elementi saranno smantellati e spediti nel Bahrain dove saranno nuovamente assemblati per fungere da giardino botanico, sfoggiando il patrimonio agrario del paese.